L’asma nel contesto delle malattie psicosomatiche
La descrizione delle malattie psicosomatiche deriva dalla osservazione e constatazione che lo stato emotivo del paziente si ripercuote su varie malattie.
Affezioni di natura psicosomatica venivano descritte fin dai tempi degli antichi Greci, e vi sono testi che risalgono all’epoca che trattano di attacchi di asma. Un gruppo di malattie psicosomatiche sono state inquadrate negli anni 1940, tra le prime, l’insonnia (Henoch 1847).
L’asma era una volta tra gli esempi primari e tra le più comuni di questo gruppo di malattie, che comprende tra l’altro l’ansia, la depressione, certe affezioni dermatologiche, la sindrome del colon irritabile e certe affezioni cardiache, verruche, reazioni allergiche, acne, mal di testa tensivo.
La teoria psicosomatica sull’ asma è un paradigma di formulazione teorica proprio della medicina psicosomatica.
Nella presente formulazione, il broncospasmo dell’asmatico è la reazione di una struttura della personalità predisposta –in parte ereditata, in parte acquisita in gioventù, a causa della presenza dominante di un genitore, un conflitto ambivalente con un personaggio chiave.
La reazione dell’individuo non è aggressiva, di fuga oppure depressiva ma è inibita; queste scariche motorie e verbali si evidenziano nel pattern respiratorio, caratterizzato da una contrazione muscolare addominale intensa e focalizzata durante l’espirazione. Questa pressione intra-addominale viene trasmessa alla muscolatura posteriore del torace, alla trachea ed ai bronchi (l’ampiezza dei bronchi è determinata dalla muscolatura, la quale è in grado di contrarsi –il broncospasmo è una contrazione eccessiva- oppure di rilassarsi).
Vi è l’ipotesi di una risposta secondaria a questa iper-responsività respiratoria, che consiste nello sviluppo di allergeni.
La medicina convenzionale sostiene che l’asma è un fenomeno immunologico di natura infiammatoria, il quale interagisce con fattori psicosomatici; ma questa classica reazione infiammatoria potrebbe descrive semplicemente il decorso dell’asma, oppure potrebbe rappresentare il “priming” dell’istamina che precede un attacco; si tratterebbe di un effetto fiosiopatologico, non della causa, mentre l’attenzione della medicina continua ad essere focalizzata principalmente sui trigger dell’asma. Una serie di stimoli iniziali potrebbero agire mediante lo stesso meccanismo di base. Non è importante quello che è il componente, ma quello che fa.
Focalizzarsi su potenziali stimoli potrebbe complicare ulteriormente la situazione.