Di: Dr.ssa Silvia D’Angelo
Psicologa e Psicoterapeuta in formazione in Psicoterapia Centrata sul Cliente (IACP)
Rogers ha una visione ottimistica della natura umana. Il suo approccio olistico-sistemico vede l’organismo umano come un complesso sistema di sistemi che ha iscritto nel proprio codice genetico la capacità di realizzare pienamente le proprie potenzialità.
Egli riconosce che ogni individuo è responsabile della propria vita e dei propri problemi; l’individuo è dotato di molteplici risorse per comprendere se stesso e per modificare il proprio concetto di sé, i propri atteggiamenti dominanti e i comportamenti autoindotti.
Proprio per questo motivo, Rogers, identifica nel ruolo del psicologo o dello psicoterapeuta, il ruolo di facilitatore, in quanto deve creare ed offrire un ambiente favorevole alla crescita e all’empowerment del cliente mettendolo in condizione di analizzare i propri problemi e trovare automaticamente le soluzioni.
Ciò sarà anche possibile se il cliente percepisce di trovarsi in un clima ricco di condizioni psicologiche facilitanti che possano provocare in lui una modificazione costruttiva della personalità. La modificazione costruttiva della personalità si riferisce all’evoluzione esteriore e profonda nella struttura personale dell’individuo verso quello stadio che i clinici definirebbero di “maggiore integrazione”, di minore conflittualità, di maggiore disponibilità di energie per una vita produttiva.
Partendo dall’esperienza clinica sua, di alcuni colleghi e da dati forniti dalla ricerca, Rogers, ha individuato diverse condizioni che sembrano “necessarie” per provocare una modificazione costruttiva della personalità e che, prese assieme, appaiono “sufficienti” per iniziare tale processo.
Una modificazione costruttiva della personalità si verifica quando sono presenti e sussistono per un certo periodo le seguenti condizioni:
- Due persone sono in contatto psicologico;
- La prima, che chiameremo il cliente, è in uno stato di incongruenza, di vulnerabilità o di ansia;
- La seconda persona, che chiameremo il terapeuta, è in uno stato di congruenza: è cioè, nella relazione, liberamente e profondamente se stesso;
- Il terapeuta prova dei sentimenti di considerazione positiva incondizionata nei confronti del cliente;
- Il terapeuta prova una comprensione empatica del sistema di riferimento interno del cliente e si sforza di comunicare al cliente questa esperienza;
- Si verifica una comunicazione, almeno parziale, della comprensione empatica e della considerazione positiva incondizionata del terapeuta per il cliente.
Quindi è essenziale sia per il cliente che per il professionista riconoscere che al cliente stesso, la persona cui appartiene il problema, deve essere attribuito il potere di indurre il cambiamento. Lasciare al cliente la responsabilità e il controllo riduce la probabilità che il cliente assuma comportamenti passivi, ribelli, o vittimistici e innesca un processo nel quale egli matura la consapevolezza crescente che i suoi problemi gli appartengono; è sua la responsabilità del problema, sono sue la capacità di rispondervi preventivamente, la volontà di esaminare le soluzioni possibili e la disponibilità ad intraprendere azioni che lo aiutino a risolvere il proprio problema (Zucconi, A., Howell, P. (2003), La promozione della salute. Un approccio globale per il benessere della persona e della società. La Meridiana. Molfetta (Ba).
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