La corteccia frontale, in particolare, quella frontale destra, insieme al sistema limbico ed ipotalamico, sembra avere un ruolo specifico nel recupero e nell’interpretazione delle esperienze emozionali e risulterebbe particolarmente attiva nelle esperienze di ipermnesie e amnesie, di regressione di età, di rivivificazione e delle allucinazioni sensoriali positive e negative, tipiche dell’ipnosi (Carnevale, 2006).
La corteccia prefrontale costituisce più della metà del lobo frontale, è particolarmente sviluppata nell’uomo e si occupa principalmente di mediare la risoluzione di compiti cognitivi, selezionando le azioni complesse finalizzate all’esecuzione di attività compito specifiche, di mantenere l’attenzione e di regolare numerosi processi mentali e comportamentali. La corteccia prefrontale ha connessioni reciproche con tutti i sistemi sensoriali e motori, sia corticali che sottocorticali ed è connessa con strutture mesencefaliche e limbiche (Faglioni, P. 1995).
La riduzione transitoria dell’attività corticale dell’area frontale è una caratteristica dello stato ipnotico, ma anche il sistema limbico–ipotalamico, in particolare amigdala, fornice, ippocampo, giro angolare, setto ed i nuclei talamici, responsabili dell’integrazione fra sensazioni, percezioni, memoria, comportamento e pensiero, sono coinvolti nei fenomeni ideoplasici dell’ipnosi. L’ippocampo, ad esempio, espleta il suo ruolo nel mantenimento della trance, mentre l’amigdala è deputata al riorientamento. L’ipotalamo, definito come il più importante centro di traduzione mente-corpo e mediatore delle funzioni regolative fondamentali dell’organismo, appare implicato nella trance spontanea e nei fenomeni ipnotici di analgesia (Conson, Del Castello, Lepore, 2006)
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