La sintomatologia che caratterizza il Disturbo di Asperger, si riferisce principalmente all’alterazione qualitativa dell’interazione sociale, alla presenza di comportamenti ed interessi ristretti e stereotipati, alla menomazione nel funzionamento sociale e ad uno stile cognitivo analitico e poco flessibile.
Il Disturbo di Asperger appartiene a quei disturbi diagnosticabili per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza.
La SA (Sindrome di Asperger) è classificata tra i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, insieme al Disturbo Autistico, alla Sindrome di Rett, al Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia ed al Disturbo Pervasivo NAS (Autismo Atipico).
I criteri diagnostici, riportati nel DSM IV-TR, si riferiscono:
- ad alterazione qualitativa dell’interazione sociale(A),
- modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati (B)
- alla compromissione clinicamente significativa dell’area sociale, lavorativa o di altre aree del funzionamento (C)
- non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo (D)
- non vi è un ritardo significativo dello sviluppo cognitivo (E)
- non sono soddisfatti i criteri per un altro disturbo pervasivo dello sviluppo, o per la schizofrenia (F).
L’osservazione clinica mostra variabilità del funzionamento cognitivo, con punti di forza nell’espressione verbale e cadute nella comunicazione non-verbale. E’ presente goffaggine motoria e sono frequenti sintomi di iperattività, disattenzione e note di depressione.
Gli individui con Disturbo di Asperger appaiono poco versatili nel cambiare opinione, hanno difficoltà nel capire l’inganno, l’ironia ed i fraintendimenti, sono incapaci di anticipare ciò che gli altri pensano riguardo ad un comportamento e di intuirne le motivazioni. Hanno difficoltà nello stringere rapporti amicali, nell’interpretare il significato di una comunicazione e nel comprendere le regole implicite delle convenzioni sociali.
La comunicazione si caratterizza per l’incapacità di tenere conto del punto di vista altrui e l’interpretazione e l’utilizzo del linguaggio appare letterale. Dal punto di vista relazionale si osserva poca sensibilità nei confronti dei sentimenti altrui (Howlin, Baron-Cohen, Hadwin, 1999; Borellini, 2003 ).
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