Il processo imitativo svolge un ruolo importante nello sviluppo dell’intelligenza sociale, infatti per imitare è necessario la condivisione con l’altro uno spazio d’azione. Lungo il percorso evolutivo l’imitazione precoce cede il passo a quella matura, che implica anche la comprensione del comportamento da ripetere (Meltzoff, Gopnik, 1995). Imitazione precoce e matura poggiano su meccanismi di traduzione dei comportamenti motori di un agente in quelli dell’imitatore, in virtù della condivisione di processi neurali, spazio d’azione e attività di simulazione. L’imitazione rappresenta quindi un tassello importante per la comprensione delle intenzioni, sia transitive, rivolte verso oggetti, che intransitive, di tipo espressivo ed in entrambi i casi agente ed osservatore condividono lo stesso sistema cervello/corpo, che rende le azioni dell’altro potenzialmente eseguibili e quindi conoscibili (Gallese, 2006), anche attraverso l’anticipazione delle probabili conseguenze sensoriali dell’azione, collegando in questo modo realtà e modello.
Il “sistema mirror” permette l’attivazione nell’osservatore dello stesso pattern comportamentale dell’agente per simulazione, codificando implicitamente gli scopi del comportamento su base motoria. Questa simulazione che si inscrive nella fisiologia del cervello, è automatica ed inconsapevole e può essere portata alla coscienza mediante l’immaginazione. Imitazione ed immaginazione quindi condividono lo stesso processo di simulazione, basato su circuiti neurali di tipo “mirror” (Iacoboni et al., 1999).
L’immaginazione è volontaria e cosciente, può rispondere a consegne esterne o interne all’individuo ed ha diversi punti di convergenza con la percezione. Quando si immagina una scena visiva, infatti, si attivano le stesse aree corticali presenti nella reale percezione (Le Bihan et al., 1993). Lo stesso vale per l’equivalente motorio, così, se si immagina di compiere un’azione si modificano anche i parametri fisiologici corporei, come se la si stesse compiendo realmente (Decety et al., 1991). L’immaginazione visiva quindi non è solo di natura simbolico – proposizionale, ma insiste su l’attivazione di regioni sensori-motorie del cervello.
Immaginazione e simulazione condividono pattern fisiologici e mappatura corticale “mirror”, ma nel primo caso l’attivazione dei meccanismi “mirror” è consapevole e procede attraverso il verbale, mentre nel secondo caso è preverbale ed analogica.
La simulazione è allora un’imitazione dall’interno che permette di inferire scopi ed emozioni associati al comportamento ed orienta alla conoscenza del mondo attraverso l’interazione. La simulazione è implicita, involontaria e preverbale e si esprime fisiologicamente attraverso un sostrato morfologico e funzionale inscritti, “incarnati”, nei correlati neurali dell’individuo.
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