Sono vere le cose che si dicono sull’ipnoterapia?
Anche l’’ipnoterapia ricade sotto un numero illimitato di credenze: si tratterebbe di una forma di terapia estremamente efficace, al limite del miracoloso, o al contrario una prassi terapeutica ascientifica inutile o dannosa.
Alcuni pazienti, infatti, credono che sia possibile dare tutto il controllo della propria persona (emozioni, pensieri, comportamenti, atteggiamenti, ecc) ad un terapeuta, e che questo li aiuterà in tempi brevi a guarire senza fare alcuno sforzo attivo.
Spesso a questa illusione di guarigione miracolosa si contrappone una delusione (che il paziente condivide con molti colleghi psicoterapeuti): il sintomo non scompare, e se lo fa è necessario aspettarsi una “ricaduta” (il sintomo ricompare dopo poco) o uno “spostamento” (compare un nuovo sintomo). Questa credenza fa si chel’ipnoterapia attragga e allo stesso tempo respinga le persone: spinge alcuni pazienti a richiedere l’ipnoterapia con richieste assurde (tipo: voglio dimenticare l’uomo con cui sono stata sposata per 10 anni e che mi ha lasciata per un altra), oppure lo allontana per la paura di poter essere manipolato da un ipnoterapeuta pooco preparato o poco corretto; spinge alcuni colleghi a voler apprendere l’ipnosi (come strumento potente di trattamento psicologico) mentre ne tiene lontani altri (l’ipnosi come trattamento non efficace e comunque “sintomatico”).
In realtà l’ipnoterapia è un modello di psicologia clinica serio, costantemente studiato e “messo alla prova” dalla comunità scientifica, che si concentra più sul cambiamento che sui motivi storici per cui una persona ha un sintomo. Questo interesse ha reso l’ipnosi centrale in ogni modello di psicoterapia e la modificazione dello stato di coscienza, attivamente cercato in ipnoterapia, è insieme alla bontà della relazione terapeutica, all’aspettativa positiva, e ad un atteggiamento attivo del paziente nei confronti della terapia un fattore centrale nel processo terapeutico di qualunque modello di psicologia clinica.